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#12 River, Editoriale

Editoriale

Dalla purezza delle sorgenti al lento fluire della foce. Dopo un lungo viaggio il fiume si allarga fino a perdersi nell’immensità del mare. Lì dove sembra morire, inizia una nuova vita.

Intendiamo con fiume un corso d’acqua dolce di considerevole lunghezza che solitamente scorre verso il mare a regime costante. Il nome deriva dal latino fluvius. I termini corrispondenti sono in francese fleuve, in inglese river, in spagnolo rio (dal latino rivus), in tedesco der Fluss (collegato con il verbo fliessen: scorrere) e der Strom (da una radice indoeuropea, vedi inglese stream: corrente). Il fiume accoglie nel suo cammino la sorgente, le rive, il letto, le rapide, le cascate, la foce. In tempi moderni le società umane sono pesantemente intervenute a regolare i corsi dei fiumi, deviandone i percorsi e costruendo argini, dighe, canali.

Racconti e storie infiniti sono nati dal rapporto fra l’uomo e il fiume. La cronaca a tutte le latitudini è caratterizzata da annegamenti, salvataggi, suicidi e ricerche avventurose delle sorgenti risalendo la corrente. Le metafore nate dallo scorrere delle acque sono numerose e generano immagini del tempo, della vita, della coscienza, della memoria, dell’oblio, della morte … Altre metafore sono suggerite dalla quantità delle acque trasportate e dal loro perenne fluire: fiumi di gente, fiumi di sangue, fiumi di lacrime, fiumi di parole, discorso-fiume, romanzo-fiume …

La letteratura mondiale è ricca di romanzi su questo tema: l’antica mitologia nata attorno al Mediterraneo e al Medio Oriente, quella greca e romana, le Metamorfosi di Ovidio, l’Inferno di Dante, il Der Ister (1803) di Friedrich Hölderlin, la Recherche di Marcel Proust, Finnegan’s Wake (1939) di James Joyce, i Buddenbrook (1901) di Thomas Mann, Cuore di Tenebra (1899) di Joseph Conrad, in The Waste Land (1922) di T. S. Eliot, Le avventure di Tom Sawyer (1876) e Le avventure di Huckleberry Finn (1885) di Mark Twain, L’urlo e il furore (1929) e Foglie rosse (1931) di William Faulkner, La discesa (1882) di Jules Verne, Danubio (1986) di Claudio Magris, Il Mulino del Po (1938-40) di Riccardo Bacchelli, Verso la foce (1989) di Gianni Celati e tutti quelli che non ci tornano in mente. Sono numerosi i fiumi che affollano pagine letterarie ispirate e appassionate: il Po, il Tago, la Senna, la Loira, il Tamigi, l’Elba, il Don, il Volga, il Danubio, il Nilo, il Gange, il Rio della Plata, il Reno, il Mincio, il Tevere, il San Lorenzo, il Mississippi, il Rio delle Amazzoni, il Missouri, l’Ohio, il Delaware, il Gange, fino alla costituzione di “stati-fiume”: il Congo, il Niger, il Senegal, il Gambia.

Dalla nascita alla morte. In mezzo scorre il fiume.