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#17 Australia, Editoriale

Editoriale

Sono arrivato in Australia in occasione dei festeggiamenti del bicentenario. Non lo capii subito, per cui chiesi cosa stessero celebrando. Mi dissero che l’Australia aveva duecento anni. La cosa è ancora incredibile ai miei occhi, la mia città in Germania di anni ne aveva festeggiati 750 e le mura stavano lì a provarlo.

Così percorsi il continente in profondità e per tutta la sua estensione, innamorandomi del paese bruciato dal sole, dell’orizzonte lontano e del mare blu e delle antiche montagne, sentendo che la vera Australia cominciava ben prima dei duecento anni. Iniziava prima del capitano Cook, era già lì ben prima della corsa all’oro.

La storia inizia con il Tempo del Sogno degli aborigeni: un posto aldilà dello spazio e del tempo in cui passato, presente e futuro coesistono.
Ma nel ventunesimo secolo il tempo va pianificato, anche per sognare, per immaginare storie, costellazioni, per volare; per catturare quei panorami che ispirano, per cercare la luce e i momenti di quiete. La calma è così fragile, un sussurro che aleggia delicatamente sospeso in aria.

Il Tempo del Sogno può essere: un viaggio attraverso il paesaggio, un’occhiata all’albero nativo, una pozzanghera, la nebbia. Il senso del quotidiano è amplificato e magnificato. Momenti fugaci che registriamo mentre passiamo, per i quali spostiamo mira e campo di visione.

Anche il fotografo viaggia attraverso il tempo e lo spazio. L’eterna ricerca di ciò che vive di luce e per questo si deve aspettare. Non si può mettere fretta ai sogni.

Abitiamo in così strani spazi a volte. Cerchiamo l’imprevisto, ciò che ci mozza il fiato, così ci muoviamo in uno spazio sottile in cui tutto si corrisponde. Mettiamo a fuoco, inquadriamo, facciamo scelte: la luce tocca per un attimo la pellicola. Cerchiamo di mettere dell’ordine nel caos, forme aperte, motivi diffusi, la nostra testa che non si ferma mai, che rifiuta di acquietarsi.

Cosa possiamo fare se non immaginare una storia e seguirne le tracce? Usciti fuori, su per la collina e sotto la pioggia, dentro a un differente tipo di sogno. Un riverbero di sole gioca sul nostro romanticismo, noi possiamo solo avvicinarci al mistero di un luogo mentre i giorni sfilano davanti a noi.
Dopo un’inquieta ricerca siamo pronti a cercare la storia nelle immagini e così ogni cosa andrà al suo posto.

“Dreams become reality,
reality becomes dreams.”

—Issey Miyake

Special Edition a cura di Heidi Romano.