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#28 Leisure Time, Editoriale

Editoriale

Prima e dopo il lavoro e le attività domestiche, il dormire e il mangiare, frequentare la scuola o i corsi sportivi, il periodo ti tempo che rimane al di fuori degli obblighi e delle attività necessarie è quello che comunemente chiamiamo libero.

Una volta il tempo libero era un luogo della mente in cui fare altre cose rispetto al lavoro, nella società contemporanea si è atomizzato: è disperso ovunque, un tempo intermittente che corre parallelo al lavoro. Con la reperibilità continua degli smartphone e dei tablet, il lavoro entra sottilmente anche nella sfera del tempo libero. Il tempo libero non è più l'oasi del riposo senza pensieri. Al contrario spesso si è trasformato nel tempo dei pensieri, della narrazione di se stessi, della costruzione delle identità.

L'invenzione del tempo libero è relativamente recente. Interessa la società affluente e mutevole, e le sue relazioni con il consumo. Il tempo libero è illusorio e invece le forze economiche e sociali si appropriano del tempo libero individuale e lo rivendono a ciascuno di noi sotto forma di merce.

Oggi il tempo libero si presenta in tutta la sua "ambiguità" e "ambivalenza". Da un lato un'occasione di realizzazione personale e di partecipazione sociale, dall'altro fonte di alienazione e di dissipazione. Per queste ragioni l'uomo è alla ricerca di una relazione autentica con la natura e con il paesaggio in cui vive e dove sviluppa un forte senso di appartenenza. Nel momento in cui non può avere la natura cerca la sua rappresentazione iconografica, di volta in volta re-inventata, ridisegnata, riconfigurata. Questi luoghi anonimi o indentitari, veri o ricreati parlano delle nostre abitudini, dei nostri desideri, dei sogni della nostra società.

Rifugi in cui fermarsi e non fare nulla. Non pensare a nulla. Ascoltare solo lo scorrere del tempo.