L'ozio comincia là dove il lavoro cessa completamente. Il tempo dell'ozio è un altro tempo. L'imperativo neoliberista della prestazione trasforma il tempo in tempo di lavoro, totalizza il tempo di lavoro. La pausa ne è solo una fase. Oggi non abbiamo tempo all'infuori di quello lavorativo. Ce lo portiamo dietro, così, non solo in vacanza, ma anche nel sonno. Per questo dormiamo agitati: i soggetti di prestazione spossati si addormentano come si addormenta una gamba. Poiché serve alla rigenerazione della forza lavoro, anche il riposo non è nient'altro che una modalità del lavoro: il rilassarsi non è l'Altro dal lavoro, ma il suo prodotto.