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#30 Archive, Editoriale

Editoriale

Memories of the Future

L'archivio assolve alla fondamentale funzione della conservazione, della selezione e dell'accessibilità.
Tutti noi poi, volontariamente o meno, attingiamo sempre all'archivio personale, sepolto e quiescente nelle stanze immateriali della nostra memoria. Dato per certo il valore di espressione collettiva della memoria culturale di una comunità, l'arte nei migliori casi è capace di provocare cortocircuiti o stimolare riflessioni.

Quando abbiamo iniziato a interessarci agli archivi? Perché la ricerca fotografica contemporanea frequentemente si serve della reinterpretazione dei materiali d'archivio? Quali ruoli, significati e forme ha assunto il tema dell'archivio nella pratica contemporanea?
I risultati sono mutevoli: dal vernacolare agli album di famiglia privati, dall'object trouvé ai mixed media.

Il rischio è quello di sacralizzare la memoria, di contribuire a erigerne stancamente il culto.
Ogni atto di appropriazione deve potenzialmente essere un'ipoteca reattiva verso il futuro. Nello stesso tempo la promessa per una successiva trasformazione che lasci aperte inedite forme di possibilità combinatorie. Da forme "originali" a configurazioni "altre". Una necessaria quanto continua trascrizione, una perenne trasmigrazione dei dati che dà luogo a una sorta di ingranaggio continuo, di macchinario operativo che solo apparentemente si auto-organizza.

Tornano in mente le parole di Prigogine a proposito della crescita progressiva delle città: "La crescita del disordine non è più unicamente distruzione dell'ordine. In certe condizioni è anche fonte di ordine di tipo nuovo". O meglio un nuovo ordine creato attraverso un processo per conseguire uno scopo.