Julia Borissova,
Nautilus // Let Me Fall Again // White Blonde,
Self published // Self published // Editions Bessard,
2019
I libri d'artista di Julia Borissova sono dei piccoli atti di fede. Preghiere racchiuse in degli scrigni in attesa di essere letti. Queste pubblicazioni richiedono tempo, dedizione e, attraverso il contatto tattile e visivo, l'interazione diretta con essi. Minuti oggetti preziosi che contengono mondi lontanissimi. Tesori da scoprire per viaggiare dentro forme insolite nel tempo e nello spazio. Storie che si schiudono e poi (si) aprono alla conoscenza collettiva. Il libro pensato come una scultura, come un oggetto mutante, fisico e materico.
Nautilus
Questo progetto, nato nel 2018 durante una residenza al Centro Nazionale di Arte Contemporanea di Kronstadt, in Russia, è influenzato dalla fascinazione per il "Nautilus" del Capitano Nemo nel libro di Jules Verne e più in generale per il mondo marino. Tra gli altri mi tornano in mente, in epoche e mondi diversissimi: Jean Cocteau, Jean Painlevé, i Tortoise di "Millions Now Living Will Never Die", la saga aquatica dei Drexcya, il mito di Atlantide, "L'Atalante" di Jean Vigo, "Le avventure acquatiche di Steve Zissou" di Wes Anderson... Partendo dall'idea di restituire agli abitanti le immagini conservate negli spazi del museo storico locale della città-fortezza di Kronstadt, l'artista ha ri-fotografato alcune foto d'archivio nel museo. Successivamente queste immagini sono state presentate in forma di collage nei muri della città, con l'idea di restituire alla stessa il loro valore iconico ed identitario. Non proprio un'esperienza immersiva ma sicuramente per i visitatori curiosi e attenti un'esplorazione ricca di sorprese.
Self published in November 2018 // Limited-edition of 315 copies. 46 photos on 72 pages, folded to 205 x 250 mm, open spread 615 x 250 mm, printed on strong paper, housed in the box.
Let Me Fall Again
Questo brano del poema "Worstward Ho" di Samuel Beckett ha fornito all'autrice l'idea del titolo del libro: Lasciami cadere di nuovo: "Hai mai provato? Hai mai fallito? Non importa. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio". Poi, come se Samuel Beckett incontrasse Maria Lai, il libro d'artista evolve secondo i principi dell'arte degli origami attraverso inserti cartacei, fragili fili rossi e colorati, aperture inattese, nuove forme, metamorfosi continue, cambi di direzione e sorprese inaspettate. Il ritmo cade, inciampa, si rialza e riparte... come la vita. Una riflessione delicata, nello stesso tempo leggera e profonda, sulla nozione della caduta nella pratica artistica. Julia Borissova si dichiara ispirata alle opere di Yves Klein, Bas Jan Ader, Peter Greenaway, John Baldessari. Suggerisco anche la splendida cover dell'artista americano Robert Longo per l'album "Ascension" di Glenn Branca, prodotto dalla 99 Records nel 1981. "Let Me Fall Again" è un viaggio immaginario e fantastico attraverso le performances e le azioni dell'aeronauta e paracadutista americano Charles Leroux. Nato nella città di Waterbury, Connecticut, Leroux è venuto in Europa nel 1889 al fine di dimostrare la sua abilità nel volo con le mongolfiere e i paracadute. Charles Leroux stava per concludere il suo tour europeo a Tallinn, in Estonia, città natale dell'artista, quando troverà la morte. La sua ultima fatale caduta.
Self published art book, 2018 // Limited-edition of 239 signed and numbered copies. 145 x 200 mm
White Blonde
Il libro "White Blonde" è nato come parte della collezione BeSpoke della casa editrice francese Editions Bessard nel 2018. "White Blonde"è il nomignolo che gli esploratori polari hanno dato all'Antartide. Ambiente ostile, misterioso, repulsivo e attrattivo insieme, il Polo Sud ha da sempre catalizzato le attenzioni dei pionieri dell'ignoto e delle terre incontaminate. Diventando poi, nella coscienza collettiva, uno straordinario e immaginifico luogo della mente, ricco di memorie e storie. Julia Borissova congela le fotografie di archivio di anonimi ricercatori delle spedizioni in Antartide così come i suoi autoritratti "sepolti nel ghiaccio". Il risultato finale ci porta in un nuovo paesaggio, freddo e ostile, onirico e dimenticato, sospeso nel tempo e mortifero.
Published by Editions Bessard, 2018 // Limited-edition of 250 signed copies with a 15x20 cm signed C-Print. 190 x 260 mm, Hardback
Intervista
Julia Borissova
Gianpaolo Arena: Potrebbe dirci qualcosa di più su come è nato il suo progetto "Nautilus"? Ha iniziato il progetto con l'idea di creare un libro? Julia Borissova: Ho lavorato a questo progetto durante la mia permanenza nella residenza del Centro Nazionale di Arte Contemporanea a Kronstadt, in Russia, nel settembre 2018.
Fin dall'inizio sapevo che questo sarebbe stato un libro. Negli ultimi anni ho sviluppato la mia pratica artistica attraverso il mezzo del libro d'artista. Mi sono avvicinata a delle forme insolite: guardo il libro come un corpo, una scultura.
Attraverso "Nautilus", volevo permettere allo spettatore di immergersi in un certo spazio e tradurre l'esperienza che ero in grado di ottenere: la capacità di percepire e vivere un luogo non solo visivamente, ma anche attraverso l'interazione diretta, il contatto tattile con esso. All'inizio, ho ri-fotografato alcune foto d'archivio nel museo storico locale, e poi le ho usate per creare collage proprio sui muri delle case di Kronstadt. La mia intenzione era quella di rimuovere queste immagini dallo spazio del museo e restituirle alla città, volevo che la città stessa diventasse un museo.
Questo intervento nel contesto urbano continua ad esistere sotto forma di un libro, che è una mostra e installazione mobile. I fori in alcune pagine consentono di focalizzare gli occhi su parti specifiche dell'immagine, per separare la figura dallo sfondo. Questa idea nacque come riferimento al Nautilus del Capitano Nemo nel libro di Jules Verne, che era una specie di museo e permetteva di ammirare le rovine di Atlantide attraverso il vetro di osservazione.
Il mio obiettivo è trovare una connessione tra spettatore e artista attraverso questo libro d'artista non rilegato, che incoraggia a interagire e, usando queste pagine, tutti possono creare una città immaginaria, che, secondo il mio piano, è un museo aperto a tutti.
GA: Potrebbe dirci qualcosa di più su come è iniziato il suo progetto "Let Me Fall Again"? Ha iniziato il progetto con l'idea di creare un libro? JB: Qualche anno fa, mi è capitato di conoscere la storia di Charles Leroux, un aeronauta autodidatta, che nel 1886 eseguì il suo primo lancio pubblico con il paracadute a New York. Da lì viaggiò per il mondo, tra cui Inghilterra e Germania, Polonia e Russia e morì all'età di trentadue anni, affogando al largo della costa di Tallinn, durante il suo 23° salto. Sono rimasta affascinata dal destino di quest'uomo che vola via dall'America sulle rive del Mar Baltico e ha fatto il suo ultimo salto nella città in cui sono nata.
Allo stesso tempo, mi sono interrogata sulla nozione della caduta nella pratica artistica. Mi sono ispirata alle opere di Yves Klein, Bas Jan Ader, Peter Greenaway, John Baldessari. A causa di questa coincidenza ho deciso di guardare le attività di Leroux dal punto di vista dell'arte. Ho deciso di creare un libro che sarebbe stato un viaggio parzialmente attinente ai fatti, parzialmente immaginato, sulle orme delle sue esibizioni.
Volevo che in filigrana il libro contenesse un messaggio sulla necessità della perseveranza e del coraggio per qualsiasi artista e questo brano del poema "Worstward Ho" di Samuel Beckett mi ha dato l'idea del titolo del libro: Lasciami cadere di nuovo: "Hai mai provato? Hai mai fallito? Non importa. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio".
GA: Potrebbe dirci qualcosa di più su come è nato il suo progetto "White Blonde"? Ha iniziato il progetto con l'idea di creare un libro? Com'è iniziata la sua collaborazione con le Editions Bessard? JB: Sono sempre stata interessata all'Antartide, uno spazio misterioso e spaventoso al contempo. Ho scoperto che molti esploratori polari stanno tornando lì ancora e ancora, nonostante condizioni quanto mai difficili per la vita e il lavoro. Come se la White Blonde, il nomignolo che hanno dato all'Antartide, li chiamasse e attirasse. Ero anche sbalordita dal fatto che prima di andare a lavorare nella regione antartica, tutti firmino un documento relativo alla propria morte e molti esprimono il desiderio di essere sepolti lì. Lavorando al mio progetto, inizialmente non avevo l'idea di farne un libro. Volevo creare oggetti per le riprese successive che riflettessero la sensazione dell'ambiente ostile e sconosciuto del Polo Sud.
Ho congelato le foto d'archivio delle spedizioni in Antartide, così come le mie fotografie appositamente realizzate per gli autoritratti del progetto, trasformandoli in "iceberg". Volevo essere parte del paesaggio per esprimere un senso di consapevolezza del tempo, per mostrare la paura dell'oblio, la cessazione dell'attività, l'entropia attraverso una collisione con una superficie di ghiaccio liscia, dura e fredda. Ho mirato a creare immagini in cui la realtà geografica lascia spazio allo spazio del sogno.
Il libro "White Blonde" è nato come parte della collezione BeSpoke della casa editrice Editions Bessard nel 2018. Pierre Bessard già conosceva alcuni dei miei libri. Ho ricevuto un invito a collaborare e gli ho dato un'idea di "White Blonde". Sono felice che l'edizione sia uscita, significa che più persone vedranno il mio lavoro…
GA: Quali sono i suoi tre libri fotografici preferiti degli ultimi anni? JB: Gli ultimi anni sono stati molto fruttuosi per i fotolibri, ma di solito non provo a vederli tutti e la mia scelta si basa motivazioni molto personali. Il mio preferito è il libro di Michico Hayashi, "Hodophylax: The Guardian of the Path". Questo libro atmosferico e sorprendentemente bello come una meravigliosa avventura nella foresta mistica piena di sorprese.
Un altro libro profondamente commovente e molto importante è "Internal Notebook" di Miki Hasegawa. Una storia forte e drammatica raccontata con grande amore. Aggiunto da poco nella mia collezione invece "To tell my real intentions, I want to eat only haze like a hermit" di Katherine Longly. Questa è una ricerca profondamente antropologica e, allo stesso tempo, un libro d'artista molto sofisticato. Certo, ci sono altri libri che amo molto e ci sono quelli che ho visto solo a distanza e ancora sogno di far entrare nella mia collezione ma, rispettando la domanda, ho dovuto limitare la mia scelta e nominare solo tre!
GA: Sta lavorando a qualcosa di nuovo? Può darci qualche anticipazione? JB: Penso al tempo come a uno spazio di realtà parallele e vorrei riflettere questo tema nel mio prossimo lavoro. Saranno diverse storie con confini sfocati tra realtà e finzione. Forse questo libro verrà creato in riferimento al concetto di matrioska: un libro in un libro in un libro.
Julia Borissova è nata a Tallinn, in Estonia. Vive a San Pietroburgo, Russia dove ha studiato presso l'Accademia di Fotografia nel 2009-2010. Si è laureata presso: Foundation of information and cultural projects "FotoDepartament", program "Photography as a research", nel 2011-2013. Ha partecipato alle Master class: S. Maximishin (Russia), 2010; Nordic Photography Experience - Jan Grarup (Denmark, agency NOOR) class, 2011; Morten Andersen (Norway) class, 2011, 2012; Luuk Wilmering (Dutch) class, 2012; Anouk Kruithof (Dutch) class, 2013; Jaap Scheeren (Dutch) class, 2014; ha partecipato al Workshop del magazine fotografico internazionale FOAM.
Il suo lavoro è stato esposto in numerose esposizioni personali e collettive.
Julia Borissova utilizza una vasta varietà di stili e tecniche fotografiche. Il suo interesse sta nell'aspetto concettuale del progetto. Durante gli ultimi anni ha focalizzato la sua espressione artistica nella creazione di libri fotografici.
Editore:
Self published // Self published // Editions Bessard