Phillip Toledano,
The Reluctant Father,
Dewi Lewis Media,
2017
Nella forma del libro fotografico come supporto materiale, Philip Toledano commenta l'esperienza dell'essere inaspettatamente padre. Attraverso una formula diaristico -narrativa dove la diegesi si sviluppa più o meno cronologicamente, questo padre riluttante diviene sempre più consapevolmente genitore tra visioni e annotazioni. Il mezzo è quello "semplice" della fotografia reportagistica, con stile naïf e una serie di ricordanze condite di autoironia e sarcasmo.
Misurandosi con se stesso, in seguito alla nascita della figlia Loulou, il diarista riassume il mondo circostante e la dimensione autobiografica, a volte per mezzo di figure gigantesche e iperrealismo.
Intervista
Valentina Isceri: Intanto vorrei soffermarmi sulla potenza della parola gravità, da te usata e fortemente voluta al posto di gravidanza. Questa scelta stilistica racchiude quasi tutto il senso del tuo progetto, di un certo stato d'animo iniziale nei primi tempi della gravidanza di tua moglie per poi capitolare verso un universo di emozioni altre. Come e in che modo esattamente è avvenuto questo cambiamento?
Phillip Toledano: Beh, suppongo che il cambiamento sia avvenuto quando ho capito che Loulou fosse una creatura senziente e pensante, e non una spugna di mare! Nello specifico, e so che questo suona strano, mi relaziono al mondo soprattutto attraverso l'umorismo, così quando prendevo in giro Loulou, e lei a sua volta prendeva in giro me, mi sono reso conto che avevamo sviluppato un linguaggio comune... sciocco, lo so, ma bello e importante per me...
VI: È un libro pulito, che sa di fresco per l'argomento trattato e di sincero per le modalità con cui viene raccontato. Un gesto pieno di coraggio perchè raccontare la nascita di un bambino non è sempre sinonimo di gioia, ma soprattutto spaesamento. Quindi come regista, ti sei sentito più un padre riluttante o un fotografo appassionato? Dietro la fotocamera hai avuto la misura oggettiva di quello che accadeva alla tua nuova vita: quanto ti ha fatto allontanare o avvicinare a te stesso questo lavoro?
PT: L'arte è un modo di capire quello che sto vivendo, che cosa sto pensando. Spesso è una conversazione che ho con me stesso. Così, ne Il padre riluttante, non credo che stessi pensando all'essere fotografo, stavo pensando (e cercando di capire) quello che stessi vivendo. La cosa interessante per me è vedere un'evoluzione nelle fotografie, all'inizio, penso che le immagini siano più interessanti, dal punto di vista fotografico, perché guardo Loulou con curiosità scientifica non appena il mio amore per lei cresce, le immagini cambiano, e diventano più dolci, e forse di più cariche di cliché ... non credo che il lavoro mi abbia avvicinato a me stesso, si tratta di una conversazione che ho avuto, e alla fine della conversazione, ho capito quello che stavo cercando di dire (se questo può avere un senso).
VI: Sei molto legato alla tua famiglia e questo si evince anche dal precedente lavoro, da cui è nato poi un libro, su tuo padre "Days with my father": quanto conta raccontarsi attraverso gli altri? Possiamo definire questi due progetti una sorta di autoritratto? Pensi di aver dato un contributo importante alla vita di molti futuri, inesperti e neofiti padri?
PT: Hai assolutamente ragione, penso che moltissima arte sia una forma di auto ritratto....in alcuni casi più evidentemente che in altri. E' giusto dire che da quando è morta mia madre, il mio lavoro è diventato decisamente più personale di quanto non lo sia stato prima. Quanto alla questione se ho dato un contributo importante, penso che non sta a me dirlo, ma agli altri.
VI: Hai già pensato ad un seguito? Potrebbe essere "Il padre felice", in vista di nuove nascite?! :-)
PT: Ci sono altri due progetti personali su cui sto lavorando, nessuno dei due particolarmente felice, mi dispiace dirlo, ma sono conversazioni importanti che sto avendo con me stesso, sono cose su cui devo lavorare... non mi piace farle, ma è come la medicina, bisogna prenderla per stare meglio. Nessun nuovo bambino! (per quanto ne so) :-)