Interviste

Lorena Endara • Fotografa, Panama

Now is time to tell

Landscape Stories: Qual è stata la poetica o l'artista che ha influenzato maggiormente i suoi esordi? Dove vanno cercate le radici del suo lavoro?
Lorena Endara: Una volta un maestro della fotografia di paesaggio come Joel Sternfeld mi chiese la stessa cosa. Io risposi che tra i miei artisti preferiti c'erano Vincent Van Gogh, Frida Kahlo e William Eggleston e Joel, come risposta, commentò che io probabilmente ho un' immaginazione molto vivace. Detto questo, Joel diventò e rimane tuttora una delle mie più grandi influenze, sia per la sensibilità estetica che per il livello di impegno verso il mondo. Tra gli altri fotografi che hanno influenzato in modo significativo il mio lavoro ci sono Walker Evans, David Goldblatt, Allan Sekula e An-My Lê.

01
Containers, Panama City, Panama, 2008

Landscape Stories: La sua ricerca insiste a volte su elementi come il "tempo" e il "metodo". È un modus operandi?
Lorena Endara: Quando arrivo in un luogo per la prima volta generalmente annoto quello che mi suggestiona. Successivamente aspetto che l'elemento di novità o di straordinarietà del luogo si esaurisca prima di scattare. Ogni volta che faccio un sopralluogo, è facile che incontri elementi fotografabili che però non necessariamente hanno un buon rendimento. Questo succede per ricordarmi di trattenermi e aspettare finchè la scena diventi maggiormente intricata o la luce accentui una predisposizione dell'animo. O a volte mi servono diverse visite nello stesso luogo.

02
Abandoned lot, Panama City, Panama, 2008

Landscape Stories: Dedica una ricerca particolare sul territorio mentre lavora a un progetto?
Lorena Endara: Posso essere molto particolare riguardo a questo aspetto. Per iniziare, farei una ricerca sulla storia del luogo ma, cosa più importante, studierei quello che altri fotografi hanno fatto in un dato luogo prima di me. Certamente, lavorando all' interno del contesto della storia e della storia dell'arte, questa cosa è più interessante e tiene conto delle stratificazioni, complessità, controazioni, considerazioni... Nondimeno, il mio lavoro asseconda anche la possibilità e questo implica il dialogare con la gente e filtrare le informazioni che loro mi offrono. Gli indigeni sono sicuramente più acuti alle idiosincrasie del luogo o di particolari eventi/luoghi di interesse a cui avrei difficilmente accesso attraverso altre forme di ricerca.
Landscape Stories: Che importanza assumono per lei gli aspetti sociali, economici o politici di ciò che espone?
Lorena Endara: Una volta ho sentito Alfredo Jaar, un altro artista incredibilmente importante, dire che non legge opere di invenzione perché il mondo in cui viviamo è così affascinante che non si preoccupa di storie che non siano legate ai fatti reali. Io le opere di finzione le leggo, ma sono in sintonia con lui riguardo gli argomenti tematici che perseguo. Sono così assorbita dagli studi sullo sviluppo e sulla globalizzazione, sull'agricoltura e sulle politiche della nutrizione che trovo difficile dedicarmi ad altre tematiche. Naturalmente, queste argomentazioni sono alla base del mondo in cui viviamo e così gli aspetti sociali, economici e politici sono inseparabili.

03
Coffee plantation, Boquete, Panama 2007

Landscape Stories: Lorena Endara è la fondatrice e direttrice dell'associazione non profit Fundacion Imaginer, dedicata alla promozione dell'arte contemporanea in America Latina. Può raccontarci qualcosa in più su questo progetto?
Lorena Endara: Volentieri. Ho iniziato questo progetto come un modo per partecipare attivamente alla scena artistica di Panama. Benchè l'organizzazione sia nelle sue fasi iniziali, abbiamo organizzato e fatto crescere alcuni importanti progetti. Tra questi la pubblicazione di un opuscolo fotografico del fotografo "street" Kenneth Pearch e lo sviluppo di un laboratorio sui media e sulla scrittura digitale per i giovani emarginati di Colon, Panama. Lo scopo è quello di creare una piattaforma per ogni genere di attività artistiche e, nello stesso tempo, di stabilire dei contatti con altre organizzazioni non profit, gallerie, colletivi, ecc...

04
Pool and ocean, Santa Clara, Panama, 2007

Landscape Stories: Ci racconti la sua più strana "landscape story"?
Lorena Endara: Non necessariamente la più strana ma la più memorabile è stata quando una volta stavo gironzolando per le strade di Manhattan. Mi imbattei in un piccolo rifugio urbano con una cascatella e una fresca brezza non appena iniziò ad albeggiare. Sapevo che era una di queste scene "fotografabili" ma mancava ancora qualcosa. Poi si avvicinò un uomo e si sedette da solo nel parco e io istantaneamente mi resi conto che l'inquadratura era compiuta. Lo avvicinai con garbo e curiosità chiedendogli di poterlo ritrarre. La sua espressione era esitante ma mi rispose prontamente: "Solo se le didascalie non declamano Lonely Man in NYC." Lo rassicurai e continuai a fare la fotografia. L'esperienza fu tuttavia estremamente emotiva; percepivo la sua vulnerabilità e la sua solitudine tramite la camera. Successivamente ci scambiammo alcune altre parole che non ricordo, ma spero che il nostro breve, casuale incontro fosse perlomeno una distrazione da ciò che lo preoccupava in quella occasione. Dal mio punto di vista, l'immagine funziona a diversi livelli – credo che ciò sia emblematico della città di New York e delle sue parti luminose che adoro fotografare: un modo per avvicinarsi agli estranei, stare di fronte al mondo e armonizzarsi alla sua bellezza.

05
A man who is not lonely, New York City, NY, 2006

www.lorenaendara.com

Intervista a cura di Gianpaolo Arena