Landscape Stories: In merito al suo immaginario nel mondo dell’arte, della musica… Ci sono fotografi oppure opere che l’hanno influenzata o ispirata in questo senso? Guardando le sue forme umane modificate mi tornano in mente forse il lavoro di videoarte di Chris Cunningham, le composizioni di Aphex Twin, la musica elettronica della label Warp o qualcosa di disturbante, grottesco, incantevole o misterioso. Questi esempi di ‘realtà distorte’ sono stati una fonte di ispirazione per lei?
Asger Carlsen: Questo è il motivo per cui ho cominciato veramente il mio lavoro. Ero molto ispirato dalla pittura e avrei voluto essere un pittore. Fui influenzato da Francis Bacon, da Hans Bellmer e dal surrealismo. In fotografia “Evidence” di Larry Sultan e Mike Mandel è stato la più importante influenza. Il mio retroterra era la fotografia. Io lavoravo nella fotografia commerciale, fui inizialmente un giornalista fotografico (Crimine, incidenti stradali e materiale per giornali) per dieci anni e poi ho fatto commerciale ed editoriali per circa altri dieci anni. Si, certamente mi piace il lavoro di Cunningham e anche la musica ambient.
Landscape Stories: Lei non è andato alla scuola d’arte. In che modo ha scoperto la fotografia come mezzo espressivo?
Asger Carlsen: Non ho diplomi, non ho finito per poco le scuole superiori. Io non ero qualcosa come… leggo un libro e voglio diventare un artista. Non volevo essere un artista, è semplicemente accaduto. Sono a mio agio con quanto faccio adesso. Ho scoperto che le immagini che facevo potevano essere associate a me stesso. Ho scoperto che posso usare la mia fotocamera in un modo inatteso e non convenzionale.
Landscape Stories: Guardando il suo lavoro sono interessato alla relazione tra la realtà e la finzione, il reale e l’immaginario e in che modo dall’emergere di questi due aspetti del suo processo creativo può creare qualcosa di differente e da qui le persone che guardano la sua fotografia sentano diverse emozioni. Su questo non ci sono posizioni definite tra realtà e finzione. Come descriverebbe il suo metodo operativo?
Asger Carlsen: Sono sempre interessato a qualcosa in bilico tra il familiare e il non familiare. Non c’è nulla di definitivo o una conclusione o una storia o una sorta di narrazione. I miei soggetti sono sempre lasciati aperti all’interpretazione. Sono interessato a ciò che il materiale fotografico può fare. Mi piace pensare che la fotografia possa essere usata per qualcos’altro per cui fu inventata. Il mio lavoro proviene da sedute fotografiche fatte nel mio studio e vedo questo metodo più come materiale da collezione per il mio metodo costruttivo. Schiuma, cibo, legno, pietra, metallo, oggetti trovati per caso sono collocati nel mio studio. Li ho modellati nella cucina del mio appartamento a Chinatown, dove ho trascorso un sacco di tempo senza uscire. Desidero che i miei lavori assomiglino a sculture, a progetti di studio o fotografie di qualcosa di simile.
Landscape Stories: In relazione al suo lavoro editoriale e commerciale… come veicola la sua immaginazione, il suo background legato ai suoi progetti d’arte nel lavoro editoriale e in che modo queste connessioni si influenzano a vicenda?
Asger Carlsen:Sono fortunato perchè posso avere una sorta di libertà su questo modo di procedere. Ho sempre tutto nella mia mente e cerco allora di sfuggire alla realtà e di ricombinarla in un altro modo. In molte diverse maniere. La fotografia è proprio un materiale che io seleziono per comunicare e per condividere la posizione tra naturale e irreale.
Landscape Stories: In che modo è cominciata la sua collaborazione con Tim Barber?
Asger Carlsen: Barber cura il website www.time-and-space.tv (in origine noto come tinyvices.com). Era interessato al mio lavoro e abbiamo iniziato una collaborazione. Egli ha scritto l’introduzione del mio primo libro. Tim lavora come curatore a New York e mi propose di pubblicare sulla rivista Vice.
Landscape Stories: Potrebbe raccontarci qualcosa in pù della sua collaborazione con il produttore di musica elettronica danese Trentemøller?
Asger Carlsen: Conosco Anders perchè proviene dalla scena creativa danese e attualmente possiede una copia dell’opera che è stata usata nella cover del suo album. Così mi ha chiesto se ero interessato a realizzare la sua cover e inizialmente abbiamo discusso su come avrei dovuto realizzare un’immagine per questa cover ma abbiamo concluso entrambi pensando che il pezzo che già possedeva e che stava appeso alla sua parete fosse chiaramente la scelta giusta per la sua cover. Lui è il collaboratore perfetto perchè è un caro ragazzo e veramente un artista capace.
Landscape Stories: Ci racconti qualcosa in più del suo libro “Hester”?
Asger Carlsen: Aron Mörel della casa editrice Mörel Books mi ha contattato attraverso l’email chiedendomi se volevo fare un libro con lui. Qualcosa di inaspettato. “Hester” è veramente la strada dove vivo a New York e dove ho fatto le prime immagini. In “Hester” ho reinterpretato il corpo umano in qualcosa di molto più scultoreo e sto cercando di creare una figura sculturea al di fuori da qualsiasi cosa così normale come il corpo umano. Una nuova forma ibrida con appendici annesse ad essa. Io ho fatto “Hester” fotografando modelli nudi nel mio studio, quindi stabilendo di elaborarli al computer. I lavori risultanti sono diventati sculture digitali di corpi mutanti dove qualsiasi sembianza di tradizionali forme umane è metodicamente cancellata.
Landscape Stories: Infine che cosa ha in serbo per il prossimo anno, dal punto di vista fotografico e non?
Asger Carlsen: Sto per fare il lancio di un libro di disegni. Questo libro è stato prodotto dall’editore di Copenhagen, Lodret Vandret al PS1, durante il New York Art Book Fair di quest’anno. Il progetto di disegni è cominciato mentre sedevo in bagno con lo sguardo fisso nel mio pavimento di marmo. Precedentemente corpi di lavori, come ‘Hester’ e ‘Baxter’, sebbene surreali e bizzarri, derivavano inconfondibilmente di una fotocamera. I disegni sono una mescolanza tra fotografie, matita e dipinto d’aquerello. Una grande quantità dei miei pezzi è costituita da immagini che ho fotografato anni fa. Le superfici delle immagini, sembrano essere fatte di marmo, creta, cellophane e carne.
Sto preparando per il prossimo anno alcune esposizioni con Roger Ballen originate dalla nostra collaborazione. Stiamo facendo un libro insieme da pubblicare successivamente con Morel Books. Ballen mi sta inviando delle immagini su cui io sto lavorando, e io gli sto fornendo delle immagini che lui sta elaborando. Il risultato finale assomiglia a delle astrazioni perverse. Voglio anche produrre presto una scultura 3D…
Intervista a cura di Gianpaolo Arena
Traduzione a cura di Gianpaolo Arena