Il nostro viaggio post-kubrickiano nel tempo e nello spazio ha ormai ampiamente superato il 2001, un luogo della mente dove la conoscenza non è più rappresentata da una pietra nera, lucida e affilata.
In Outer Spaces sono presentati: le fitte trame di connessioni tra noi e il mondo, il rapporto uomo-macchina, le relazioni con l’elemento divino, con l’altro da sé, con l’inesplicabile. Alcune ipotesi di ciò che siamo, di quel che faremo e di quel che ci sarà. Un viaggio alla deriva che ci porterà a perderci nella superficie delle immagini.
Tutto ciò che è fuori da noi ci attrae e ci respinge nello stesso tempo, tra tentazione e paura. La fascinazione per un nuovo paesaggio, ostile e sublime, al di là della sua naturalità illusoria, ci invita a intraprendere nuove direzioni e a valicare ulteriori limiti. Un buio densissimo si manifesta una volta oltrepassate vette metafisiche. Che cosa è umano? Che cosa è reale?
Un lunghissimo corridoio di energia ci risucchia verso un gigantesco punto di luce. Quanto possiamo andare lontano?