Landscape Stories: Come siete entrati nel mondo della fotografia?
Alexander Sauer (1971 Frankfurt, Germany): Quando ero poco più che ventenne, avevo diverse opzioni. – Facevo musica, scattavo fotografie ed ero ancora uno studente di economia. Durante questo periodo ho trovato un lavoro come assistente fotografo e alla fine ho preso la decisione di studiare fotografia. Ho volutamente scelto questa via, sapendo che sarebbe stata una strada lunga e molto accidentata. Oggi non potrei immaginare di fare qualcos’altro – avendo oltre 20 anni di esperienza come fotografo professionista con alle spalle una carriera di successo internazionale. Libero professionista dal 2002 ho lavorato in tutto il mondo nel campo della pubblicità, relazioni annuali, comunicazione aziendale, editoriale, l’industria e le persone. La collaborazione con Andreana è la cosa migliore che mi poteva capitare!
Andreana Scanderbeg (1969 Los Angeles, USA): Alexander stava lavorando come fotografo e io avevo una posizione di responsabilità manageriale in un grande gruppo aziendale. Fu all’inizio del 2005 quando ho iniziato a aiutare Alexander nella pianificazione operativa, gestione delle risorse, portando l’attività a un nuovo livello. Ci siamo divertiti molto a lavorare insieme e ci siamo subito resi conto che c’era molto potenziale insepresso. Ho preso la decisione di lasciare il mio lavoro per passare al settore dell’industria creativa. Non solo il piacere del nostro lavoro ma anche il raggiungimento di un notevole successo hanno portato alla fondazione di SDANDERBERG SAUER PHOTOGRAPHY nel 2006. Da allora lavoriamo insieme seguendo il principio “Ama ciò che fai, fai ciò che ami”! Inoltre, io sono Co-Presidente dell’Associazione dei fotografi professionisti svizzeri e foto designers (SBF) – la più antica organizzazione professionale per i fotografi in Europa.
Landscape Stories: Quali sono state le tue prime influenze fotografiche?
Scanderbeg Sauer Photography: La persona che ha profondamente plasmato la nostra attitudine – oltre alla cosiddetta “Scuola di Düsseldorf” – è un fotografo industriale svizzero, Jacob Tuggener. Nel 1943 ha realizzato un libro chiamato “Factory”. Mentre la Scuola di Düsseldorf è molto analitica e formale – con Tuggener si percepisce la dimensione umana nel suo lavoro e si sente il fattore emotivo nella sua fotografia, che è sicuramente l’elemento chiave per noi.
Landscape Stories: Lavorate sempre insieme, parlaci del vostro feeling sul lavoro.
Scanderbeg Sauer Photography: Anche dopo molti anni troviamo stimolante e divertente lavorare insieme. Stiamo cercando di creare un ambiente di lavoro in cui il sostegno reciproco, la fiducia e l’apprezzamento siano gli elementi principali. Troviamo stimolante conciliare diverse opinioni in un approccio proattivo e orientato alle soluzioni: è una parte essenziale di un modo di lavorare sulla qualità e sulla creatività che mira a creare una situazione di reciproco vantaggio con i committenti. Non abbiamo mai rimpianto la nostra decisione condividere il percorso professionale. Siamo molto diversi ma perfettamente complementari. Forse è proprio questo che ci rende tanto successo.
Landscape Stories: Sai catturare le emozioni di luoghi estremi con un particolare stile “grafico” – sia nei lavori commissionati che nei progetti personali. Mi puoi raccontare i recenti scatti negli USA, Lussemburgo e Germania?
Scanderbeg Sauer Photography: Al momento, siamo in piena “alta stagione” per quanto riguarda le riprese per i “Rapporti Annuali”. Abbiamo realizzato immagini per diversi business. Negli Stati Uniti siamo stati impegnati a lavorare per una società che distribuisce prodotti innovativi ad alta tecnologia in oltre 80 paesi, strumenti di misura per la verifica dell’integrità delle condotte, aree di stoccaggio, petroliere, distribuzione del gas. In Lussemburgo e in Germania abbiamo eseguito delle immagini per il Rapporto Annuale di uno dei principali fornitori di servizi di spedizione e logistica al mondo. La stagione delle “relazioni annuali” ci tiene occupati! Seguiteci su Facebook :-) e sarete sempre aggiornati! https://www.facebook.com/scanderbegsauer
Landscape Stories: Una delle mie opere preferite è Burckhardt Compression. Raccontaci qualcosa.
Scanderbeg Sauer Photography: Il nostro cliente è uno dei maggiori produttori mondiali di compressori a pistoni. Li abbiamo aiutati a sviluppare un linguaggio iconografico molti anni fa. Sono stati molto aperti alle nostre idee e abbiamo potuto dare libero sfogo alla nostra creatività. Nel corso degli anni abbiamo portato a termine molte sessioni interessanti su opere dell’azienda (Svizzera / Cina / Germania / India) e in altre parti del mondo. Dal momento che abbiamo l’esperienza, le connessioni e il know-how per la ricerca, per la supervisione e controllo di quasi ogni aspetto della produzione, abbiamo preso in carico sia la produzione che la post-produzione di tutte le riprese. Non solo abbiamo avuto la possibilità di delineare il linguaggio visivo, ma anche l’opportunità di creare il concept della Relazione Annuale nel 2006, quando la società è stata quotata in borsa. Attualmente stiamo girando il 6° Rapporto consecutivo per questo cliente! Nel frattempo il concept è stato ulteriormente rifinito e anche una importante agenzia di design è stata coinvolta nel progetto. Siamo molto soddisfatti di questa meravigliosa collaborazione e siamo molto felici della crescita che abbiamo avuto con questo cliente per più di sette anni.
Landscape Stories: In ogni estrema stranezza, si trova la bellezza estrema. Cos’è per voi il Sublime?
Scanderbeg Sauer Photography: La nostra forza consiste forse nel riuscire a trovare bellezza anche nel più grande caos… Possiamo trovarci in un cantiere per una demolizione, in strutture destinate alla liquidazione, o su montagne di carbone o in una fabbrica di salsicce – c’è sempre una forma da scoprire per poter soddisfare i requisiti estetici senza i quali non otterremmo queste immagini industriali impreziosite artificialmente. Pensiamo inoltre che un’immagine funzioni meglio quanto più è pulita – con la combinazione di grande formalismo e sintesi geometrica. Si tratta certamente di un ideale nella nostra fotografia. Negli anni 80 il “lavoratore felice” veniva tipicamente fotografato con luce blu e arancio mentre lavorava al banco. Questo cliché è qualcosa che non esiste nella nostra fotografia. Se un cliente vuole mostrare persone che lavorano in fabbrica, noi li fotograferemo, ma certamente evitando di metterli al banco e farli recitare come se stessero lavorando. Pensiamo che il nostro mondo sia onesto e che questo lo renda meraviglioso.
Landscape Stories: Come sta cambiando il panorama industriale in alcune aree del mondo?
Scanderbeg Sauer Photography:Sì, il panorama industriale sta cambiando – così come il sistema di pensiero dei manager nelle società. Se lavorano nel settore petrolifero – ad esempio – sono consapevoli che si tratta di una risorsa in diminuzione. Stanno lentamente cominciando a preoccuparsi di cosa succederà quando non ci sarà più petrolio. Negli ultimi anni, molte delle aziende per cui lavoriamo, hanno sviluppato un nuovo atteggiamento, un nuovo approccio sul tema della sostenibilità e dell’ecologia.
Landscape Stories: Come usate l’intuizione?
Scanderbeg Sauer Photography: Abbiamo una forte predisposizione per le scelte intuitive e talvolta prendiamo decisioni istintive sul posto: fa parte del nostro stile. Il nostro confronto è sempre molto diretto, e ha a che fare con le situazioni in cui vediamo certe cose. Dipende molto anche dalle persone che si incontrano e con cui ci confrontiamo. Diciamo sempre che la fotografia ci vuole anche capacità di ascolto e comunicazione – per aprire i cuori e le porte.
Landscape Stories: Avete anche un debole per le persone. Mi può raccontare con alcuni esempi di opere realizzate?
Scanderbeg Sauer Photography: Per il nostro progetto Chavalon abbiamo fotografato una centrale termoelettrica in disuso e edifici per uffici abbandonati situati in Vouvry nel cantone Vallese in Svizzera. Nelle nostre immagini, lo spettatore si trova di fronte con camere piene di ricordi: pavimenti abbandonati e sale di produzione diventano una testimonianza di quanto è cambiato da quando l’edificio è stato costruito. Abbiamo provato a completare il progetto con ritratti di persone che hanno lavorato in passato in questi impianti. Ci sono molte storie ed emozioni legate al passato di questo impianto, e le persone ritratte portano ancora con loro l’orgoglio di avervi lavorato – a prescindere dalla sua storia di eco-mostro. Il nostro profondo interesse per le persone, ci porterà sempre a ricercare l’interazione tra l’uomo e tecnologia.
Landscape Stories: Qual è stata la vostra esperienza nella realizzazione di libri?
Scanderbeg Sauer Photography: Abbiamo prodotto un libro per il nostro progetto “Decommissioned”. È stata una grande esperienza e ci ha dato la possibilità fare una sintesi del nostro lavoro. È come un legame che unisce insieme gli aspetti più importanti. Il libro ‘Decommissioned’ con 24 immagini ha accompagnato la nostra mostra. http://www.scanderbegsauer.com/decommissioned-more/
Intervista a cura di Camilla Boemio
Traduzione a cura di Claudio Bettio