Landscape Stories: Dove è possibile individuare le radici del suo lavoro? Ha sentito l’influenza di artisti o poeti? Jan Kempenaers: Ho iniziato i miei studi a metà degli anni ’80 alla Royal Academy a Gand, dove ora sto insegnando e facendo ricerca. A quel tempo il dipartimento di fotografia era davvero preso dal Momento Decisivo di Cartier-Bresson. Io non ne ero così appassionato, anzi lo sentivo frustrante perché ho sempre pensato che in quelle fotografie fosse stato omesso il momento migliore. Nel mio primo anno di studi ero alla ricerca di qualcosa di differente. Scoprii due libri di Robert Adams nella biblioteca – From the Missouri West e Los Angeles Spring – e un libro di Lewis Baltz, Park City. Era più o meno il 1986 quando ero alla ricerca di questi fotografi. Dopo di che ho iniziato a fare fotografie di paesaggio nelle quali ricercavo inusuali combinazioni degli elementi che si potevano identificare, strade, fabbriche, abitazioni.
Landscape Stories: La Land Art e il movimento dei New Topographics sono stati una fonte di ispirazione nella ricerca del suo stile fotografico? Jan Kempenaers: Robert Adams e Lewis Baltz sono sicuramente due artisti del periodo New Topographics. Ho visto il libro sui New Topographics a metà degli anni ’80 e le fotografie dell’esibizione nel ’75. In quel periodo mi incuriosiva anche il libro di John Davies, Green and Pleasant Land. La Land Art al contrario non ha mai catturato la mia attenzione.
Landscape Stories: Fa delle specifiche ricerche riguardo ciò che si accinge a fotografare? Ha già un’idea ben precisa circa il progetto fotografico quando inizia a realizzarlo? Quanto è importante il lavoro preparatorio? Jan Kempenaers: Dipende dal progetto. Se penso a Spomenik allora devo dire che preparare un itinerario, e raccogliere delle informazioni su di esso, è stato importante. Devi sapere che monumenti troverai e dove, più o meno, li troverai. E’ difficile fare delle foto senza sapere cosa cercare e dove cercarlo. Per la fotografia di paesaggio è molto importante viaggiare, muoversi ed accogliere ciò che si materializza sulla tua strada. Non con l’idea fissa di cosa fotograferai quanto con la disponibilità a registrare ciò che si manifesta attorno, usando l’intuizione più che sapendo esattamente cosa fotograferai.
Landscape Stories: In che modo il progetto si evolve da quando inizia a scattare? Come si fa a scegliere i luoghi da fotografare? Jan Kempenaers:Innanzitutto è importante osservare un luogo per vedere se si tratta di un soggetto interessante. A quel punto io posso già prevedere come sarà l’immagine: l’esperienza permette di trovare gli spunti migliori all’interno di un paesaggio. La stessa durata del progetto dipende dal soggetto, a volte realizzo più foto di uno stesso luogo: una serie permette di sviluppare un processo. In altri casi vado alla ricerca di soggetti simili che possano in seguito far parte di una serie. Con Spomenik è stato diverso. Mi è accaduto in Irlanda, Scozia e Nuova Zelanda. C’è da essere estremamente concentrati, altrimenti si complica tutto. É così per me ora in Belgio: per me è importante avere l’esperienza di un paesaggio per la prima volta, se mi diviene troppo familiare perdo le immagini. Se lo avete visto centinaia di volte non lo vedete più. Per questo è importante viaggiare, si incontrano sempre nuove cose, una dietro l’altra.